di Dario Canaccini e Gabriele Romanacci
Molti toponimi delle colline livornesi sembrano inventati da un buontempone ubriacone che cerca in tutti i modi di confonderci. Abbiamo il Monte Maggiore (454 m slm) che non è il monte più alto (la collina più alta è Poggio Lecceta 462 m slm), abbiamo il Rio Savolano che è da tutt’altra parte rispetto alla località Savalano, così come il Botro ai Loti è a Parrana e non a Loti, e soprattutto abbiamo Valle Benedetta, un paese grazioso che, invece di essere in fondo a una valle, è il paese più alto delle colline. Accanto a Valle Benedetta però una valle c’è davvero, la valle dell’Ugione dove è presente l’Eremo della Sambuca.
La Sambuca la conoscono quasi tutti a Livorno, meta di scampagnate, ma quasi tutti arrivano dalle strade principali, in pochi usano i sentieri secondari e non segnati, in cui è abbastanza facile perdersi se non si conoscono. Eppure sono i sentieri più belli, dove la vegetazione lasciata un po’ stare dall’egoismo umano si può esprimere un po’ più liberamente. Un piccolo paradiso poco battuto dove troviamo quelle che per le nostre colline sono delle rarità botaniche, dall’agrifoglio, ai bucaneve (in foto), dalle cerrosughere a sughere intonse, mai state scortecciate, che presentano ancora il sughero “maschio”; addirittura è presente, nascosto, un po’ acciaccato, anche qualche castagno, che pare fuori luogo ma un tempo non lo era.
Il 17 Febbraio ripercorreremo questi sentieri “dimenticati”, e faremo anche dei piccoli fuori sentiero per osservare meglio alcune meraviglie. Per partecipare trovate tutto qui: https://www.selvatica.eu/17-febbraio-a-caccia-di-bucaneve/?fbclid=IwAR3gQ1pvVFyqVBcGRVLglxfUwHY2Beqw1gA8vyCibDKLFmoEGQDUvpF8258
Di seguito le parole di Gabriele Romanacci, appassionato socio di Selvatica che sarà con me in questa escursione:
“In questa escursione ci addentreremo nella Foresta di Valle Benedetta. Lungo questi sentieri, troveremo piante che ci ricordano di quando il clima era ancora più freddo di quello di adesso, ma che si sono salvate grazie al microclima di questa stretta valle scavata dal Torrente Ugione. I Bucaneve (Galanthus nivalis) sono tra i primi fiori dell’anno, e devono il proprio nome al fatto che, in alcuni casi, bucano la neve coi loro bianchi campanellini. Per questo motivo nel linguaggio dei fiori rappresentano la speranza, e sono associati alla festa della Purificazione in quanto simbolo di purezza e candore. Nell’antica Grecia erano legati al Mito di Icaro: sull’isola di Nikaria, dove Dedalo seppellì il figlio, nacquero questi piccoli fiori dalle lacrime del vento.
Questa specie è stata inserita dalla IUCN tra le specie “quasi minacciate” (NT – Near Threatened), le minaccie principali sono rappresentate dalla distruzione degli habitat e dalla raccolta dei bulbi per il commercio orticolo.
La Foresta di Valle Benedetta non nasconde soltanto piante rare, ma anche edifici pieni di storia come l’Eremo della Sambuca e le rovine di antichi mulini ad acqua e a vento.”
Fonti e link utili:
Link alla pagina su IUCN: https://www.iucnredlist.org/species/162168/5551773
Link alla pagina su Acta plantarum: https://www.floraitaliae.actaplantarum.org/viewtopic.php?t=9010
Link alla pagina su Dryades: http://dryades.units.it/cercapiante/index.php?procedure=cerca2&id=1764