LA COABITAZIONE DIFFICILE

di Marco Lucchesi

 

A me piace lavorare con la gente e per la gente e mi piace che molti di coloro che ho conosciuto o con cui ho avuto a che fare per la mia professione, rimangano miei amici.
Metà giugno 2017, Life Medwolf in Maremma: progetto teso alla conservazione del lupo cercando metodiche per ridurre l’eterno conflitto con il mondo zootecnico; con Paola Fazzi siamo da Fabio Neri CasaNeri Neri-Maccherini , un allevatore di Istia d’Ombrone, sono due settimane che, ogni domenica, una pecora del suo gregge viene sbranata. Fabio è un omone gentile e premuroso con tutti, figuriamoci con le sue pecore ed i suoi cani! E’ il vicepresidente di DifesAttiva, l’associazione di allevatori nata in seno al progetto, che vuole “reagire” alla situazione di difficoltà creata dalla sempre maggiore presenza del predatore, ma non invocando rimedi da fiaba o epurazioni medievali, piuttosto mettendo in pratica il significato della parola “resilienza”, ovvero adattandosi ai cambiamenti dell’ambiente (meno pascoli-più boschi-più lupi) cambiando con esso. Ed il cambiamento che funziona, qui come funzionerebbe da altre parti, non è imbracciare il fucile, ma dotarsi di mezzi di prevenzione: recinti fissi adeguati dove mettere, quando possibile, il bestiame di notte ed “alleati in campo”, come li chiama Luisa Vielmi tecnico di Difesattiva, ovvero i candidi cani da guardiania di razza maremmana-abruzzese, antico sistema oggi abbandonato dai più.
MedWolf ha fornito gratuitamente a decine e decine di allevatori maremmani questi sistemi, verificandone l’efficacia e la possibilità di utilizzo e proponendoli all’autorità regionale non come il solito “contentino” nei confronti di una categoria alla fine di scarsa importanza economica, ma come base per la salvaguardia di una specie carismatica, a tutt’oggi amata da gran parte della popolazione, ed anche di un antico mestiere, quello del pastore, di cruciale importanza in un mondo che dovrebbe andare sempre più verso la sostenibilità ambientale.
Sì, tutte belle parole…belle idee! Ma oggi non è così facile, Fabio e suo cugino Luca, anche lui allevatore con una proprietà al confine di quella dei Neri Maccherini, sono agitati e in questa torrida mattinata volano oltre alle cornacchie anche tante parole…e tanti paroloni…
Fabio non si capacita di questi attacchi, della loro periodicità: sono lupi? Ma da dove vengono? Sono lupi lupi o mezzi lupi? O sono cagnacci lasciati la domenica da qualche turista maleducato? Cosa c’è da fare per capire chi fa questo e come possiamo far sì che non lo rifaccia?!
Sono momenti tesi anche per noi tecnici, perché non abbiamo mai risposte certe da dare, il nostro lavoro si basa sul dubbio e sulla curiosità che l’indeterminazione della natura ci stimola, per Fabio invece c’è poco da ragionare: le pecore sono state sbranate e così non va!
Che fare quindi? Sorvegliare (monitorare diciamo noi biologi), cercare i punti deboli, i possibili passaggi al confine dell’azienda che possono essere usati dai lupi per entrare non visti. Ma sorvegliare per Fabio vuol dire anche tornare almeno per qualche giorno a fare il pastore “antico”, mettendo da parte il ruolo di imprenditore zootecnico che, volente o nolente, l’economia globale gli ha imposto. E allora ecco che ci troviamo su una polverosa strada dissestata, davanti a un recinto di semplice contenimento con un evidente tratturo di passaggio di animali <<La mettiamo qui?>> dice Fabio. Si riferisce alla foto trappola, quel marchingegno tanto di moda che ci consente di osservare senza essere presenti, di controllare 24 ore su 24, almeno finché le batterie durano…<<Sì Fabio. La fisso a questo palo, un po’ inclinata rispetto alla strada, così se arriva qualcosa ha tempo di attivarsi, ché queste macchinette sono un po’ dei troiai e sai quante volte abbiamo avuto filmati vuoti perché sono troppo lente!>>
Andiamo via, Fabio è più tranquillo <<Se non ci foste voi, noi, come si farebbe??>>, dice.
Ed a sentirlo, dentro, ho una una strana sensazione, come di farfalle che dallo stomaco vogliono salire e prendere il volo dagli occhi…

Appena due giorni dopo ecco il “maggiordomo” di questa spy story. Lo vedo nello schermo della foto trappola: arriva, prudente ma sicuro, 18 giugno ore 5.34, mattina di sole come sempre. Si ferma proprio davanti al passaggio sotto la rete. Anche lui guarda, verso valle, per qualche secondo. Poi se ne va con quell’andatura molleggiata e fluida. Ma cos’è che aveva attirato la sua attenzione in quell’abbozzo di giorno?

18 giugno, ore 5.30: Fabio esce sul pascolo con le sue pecore, i suoi cani da guardiania e la sempre presente Luisa, al fianco dei “suoi” allevatori in buona e cattiva sorte, portano il gregge a fare colazione e lo scrutano attenti. E’ domenica, il giorno maledetto da un pezzo a questa parte. Non succede niente quella mattina, ma una specie di brivido si palesa sulla schiena di entrambi, la “ciccia di gallina” come si dice in zona, perché il lupo c’era, non visto se non da quell’occhio meccanico…
Stavolta è andata bene ma non sempre è così. Prevenzione non vuol dire sicurezza al 100%. I cani sono animali, non sono infallibili come non lo siamo noi, come non lo è niente e nessuno. Nessuna recinzione si può dire invalicabile.
Nessun sistema di protezione è efficace per sempre. Occorre lavoro, occorre passione e consapevolezza.
Questo vuol dire “coabitazione”. Fabio lo sa e come lui tanti.
Loro sono la ricchezza e la speranza per un mondo migliore e possibile.

Il servizio su SkyTg24 qui sotto

https://video.sky.it/…/il-ritorno-del-lupo-in-t…/v494825.vid

 

LA COABITAZIONE DIFFICILE- di Marco Lucchesi -A me piace lavorare con la gente e per la gente e mi piace che molti di…

Pubblicato da Selvatica su Mercoledì 13 marzo 2019

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