24 Ottobre – L’Acquedotto Leopoldino – Da Colognole al Calvario e ritorno (LI)
L'opera di un architetto visionario, la natura dei Monti Livornesi, quando l'opera dell'uomo incontra la natura e si integra perfettamente con essa.
L'opera di un architetto visionario, la natura dei Monti Livornesi, quando l'opera dell'uomo incontra la natura e si integra perfettamente con essa.
Quercianella, paese noto per il turismo balneare nasconde alle sue spalle un bosco poco conosciuto ma ricco di soprese.
Prenderemo un tempo per avvicinarci alla natura di questo luogo incantato, con tutti i sensi, permettendo al bosco, agli alberi e agli elementi di trovare spazio dentro di noi, per rigenerare le energie in un modo semplice e diretto.
Un percorso incredibile nella natura incontaminata della Val di Cecina, ricca di specie vegetali e animali. Troveremo le tracce dei lupi e di altri animali e ammireremo i colori della foresta d'inverno.
La Sorgente del Sasso Rosso, una sorgente curativa ottocentesca, la cui acqua magnesiaca veniva venduta in farmacia a livorno. La "cava delle matite", dalla quale si estraeva la steatite (tanto cara ai nostri antenati preistorici) che veniva usata come mina per le matite dei sarti.
Una lunga camminata che attraversa la Riserva Regionale dei Monti Livornesi, dal Cisternino alla Foresta della Valle Benedetta, un'ottima preparazione prima delle feste di Natale!
La storia, una lecceta incantata, torrenti, mulini e ghiacciaie settecentesche.
L’Eremo della Sambuca, le storie, le leggende.
Una camminata panoramica nelle Bandite di Scarlino, sulle vette delle colline che costeggiano il mare, nei boschi che attraversò Garibaldi per imbarcarsi a Cala Martina, la macchia mediterranea, l’Arcipelago Toscano come se si potesse toccare, il Mare d’Inverno.
Trekking ad anello sulle Crete Senesi, godremo della magia dei colori dell'Inverno, immersi nel Medioevo dei casolari collinari antichi.
Una lunga camminata che attraversa la Riserva di Castelvecchio, fra boschi di caducifoglie e un sacco di aceri di varie specie che in autunno creano un’atmosfera unica.
In questa escursione ci addentreremo nella Foresta di Valle Benedetta. Lungo questi sentieri, troveremo piante che ci ricordano di quando il clima era ancora più freddo di quello di adesso, ma che si sono salvate grazie al microclima di questa stretta valle scavata dal Torrente Ugione.
Attraverso una foresta incantata di querce e carpini, sbucheremo in un punto panoramico dal quale si staglieranno dal bosco al cielo i resti del Castello dei Vescovi, dove i Vescovi di Volterra alloggiarono più volte e battevano moneta nell'antico villaggio medioevale ormai inghiottito dal bosco.
Un viaggio attraverso la macchia mediterranea, fra ornielli e lecci, campi incolti e forteti, nel cui fitto si aggirano numerosi animali, cinghiali, volpi, martore, caprioli e lupi. Il percorso consente di poter vedere dall’alto il Botro di Calignaia e man mano entra nella valle del torrente, scavata dal suo antico scorrere e dalla mano dell’uomo, che da quelle rocce ha tratto il macigno che sta alla base di gran parte dell’edilizia storica livornese.
L'acqua caratterizzerà la prima parte dell'escursione, dentro una stretta valle fluviale, fra muschi e felci molto particolari e salti d'acqua, fino ad arrivare alla bellissima cascatella di Botro alle Donne.
Da qui ripartiremo alla ricerca del Masso del Montalone.
Antichi misteri e riti preistorici legati all'astronomia caratterizzano questo luogo molto particolare.
Un viaggio attraverso la macchia mediterranea, fra ornielli e lecci, campi incolti e forteti, nel cui fitto si aggirano numerosi animali, cinghiali, volpi, martore, caprioli e lupi. Il percorso consente di poter vedere dall’alto il Botro di Calignaia e man mano entra nella valle del torrente, scavata dal suo antico scorrere e dalla mano dell’uomo, che da quelle rocce ha tratto il macigno che sta alla base di gran parte dell’edilizia storica livornese.
Dalla Via di Popogna cominceremo a salire e raggiungeremo il canyon nascosto del Botro del Diavolo, luogo spettacolare e suggestivo; il fiume scorre nel diaspro rosso utilizzato dai nostri antenati preistorici.